Montesilvano cocorso fotografico per gli studenti

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L'Albero della cuccagna

lunedì 8 marzo 2010

Presidio per i Centri diurni, in 600 dicono no alle rette

Federica Pantano
Fonte: Disalblog.it
SULMONA (AQ) – In più di seicento si oppongono alla delibera regionale numero 78 del 2009, con cui la Regione riversa sulle famiglie il carico delle rette mensili delle residenze per disabili.Così stamattina, parenti e genitori di persone diversamente abili (una cinquantina di persone in tutto) si sono dati appuntamento davanti la sede del Tribunale per i diritti del malato, sul piazzale dell’ospedale, per una manifestazione di protesta e per una petizione, che ha già superato le seicento adesioni.A capo dell’iniziativa, oltre al Tdm e CittadinanzAttiva, le cinque associazioni che si battono per la tutela dei diritti dei disabili e delle loro famiglie: Anfas, Unitalsi, Percorsi, Il futuro e Aias.
Di fatto la delibera non è illegittima – ha detto l’avvocato dell’associazione Catia Puglielli – ma è in palese contrasto con il diritto alla salute e all’assistenza garantiti dalla Costituzione.Attualmente la delibera non è stata ancora applicata, perché va recepita dai singoli comuni.Faremo il possibile, però, per bloccare l’iter”. La gente sente molto il problema – ha detto Edoardo Facchini, responsabile del Tdm – e noi andremo in Regione per chiedere garanzie precise e ci appelleremo alla politica per cambiare le cose. La nostra è una manifestazione territoriale, che però sarà ampliata al resto della regione.Le firme – continua – saranno inviate a giorni alla Regione, con una lettera in cui attestiamo la loro veridicità, al di là dei documenti e dell’autenticazione notarile”.
Intanto, mercoledì alle 9.30 l’associazione sarà ricevuta dal direttore generale Asl.Rischiano quindi la chiusura le tre strutture diurne cittadine, che si occupano di assistenza ai disabili. La mancata erogazione dei fondi regionali, infatti, obbliga le strutture a chiedere alle famiglie degli assistiti una retta giornaliera che oscilla dai 20 ai 43 euro al giorno (dai 600 ai 1.300 euro al mese), in base al reddito dichiarato.Delle tre strutture interessate dai tagli regionali, una sola è convenzionata con la Asl (il centro di San Francesco, che ospita 25 disabili). “Se il centro chiuderà per mia figlia sarà la fine – spiega Daniela Giancola, mamma di una ragazza 26enne che frequenta la struttura da anni – in casa questi ragazzi si annoiano, non hanno la possibilità di socializzare e di aiutarsi a vicenda. La domenica mia figlia piange perché non può frequentare il centro che è chiuso. Ora, oltre alla preoccupazione fissa per l’assistenza ai nostri figli quando noi non ci saremo più, si aggiunge quella per le rette, che in molti non potremo permetterci”.
“Non ci arrendiamo però – aggiunge Lucia Lanciani dell’associazione Il futuro – la politica deve unirsi e risolvere questo che per ora è un problema, ma che potrebbe presto diventare un dramma”.

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