Alberto Rosselli
Oltre 500 le persone massacrate dai nomadi musulmani a colpi di machete La cronaca ripropone per l’ennesima volta una cruda, scomoda realtà, spesso minimizzata dai mass media italiani. La ‘caccia al cristiano’ è ormai diventata una macabra ‘moda’ in non pochi Paesi africani e asiatici a maggioranza musulmana. Di fronte ad una realtà così evidente, documentata e provata, di odio e di fanatismo, quanto durerà ancora il silenzio assordante di coloro i quali, per convenienze economiche o per codardia, continuano a negare o ‘minimizzare’, in nome di un facile e comodo ‘buonismo’, tutto ciò?
Nuova ondata di violenze contro i cristiani in Nigeria: 500 morti, tra cui molte donne e bambini. Le tribù nomadi musulmane sono scese dalle montagne. Centinaia in fuga. L'intervento delle autorità: 95 in arrestoLagos - Una vera e propria carneficina. E' di 500 morti (forse più), tra cui molte donne e bambini, il bilancio della nuova ondata di violenze contro i cristiani in Nigeria. "Abbiamo compiuto 95 arresti - ha detto il governatore dello stato centrale di Platea, Dan Manjang - ma allo stesso tempo più di 500 persone sono state uccise dai nomadi Fulani". Il riferimento è alle tribù nomadi musulmane, che, secondo le testimonianze, sono scesi durante la notte dalle montagne su tre villaggi alle porte della città di Jos. Il massacro a colpi di machete Sparando hanno costretto gli abitanti a uscire dalle abitazioni e li hanno massacrati a colpi di machete. Teatro della peggiore carneficina è stato il villaggio di Dogo Nahava a sud di Jos. Il presidente ad interim, Goodluck Jonathan, ha dichiarato di aver "collocato tutte le forze di sicurezza a Plateau e nelle regioni vicine in stato di massima allerta in modo di evitare qualsiasi estensione del conflitto".
Nuova ondata di violenze contro i cristiani in Nigeria: 500 morti, tra cui molte donne e bambini. Le tribù nomadi musulmane sono scese dalle montagne. Centinaia in fuga. L'intervento delle autorità: 95 in arrestoLagos - Una vera e propria carneficina. E' di 500 morti (forse più), tra cui molte donne e bambini, il bilancio della nuova ondata di violenze contro i cristiani in Nigeria. "Abbiamo compiuto 95 arresti - ha detto il governatore dello stato centrale di Platea, Dan Manjang - ma allo stesso tempo più di 500 persone sono state uccise dai nomadi Fulani". Il riferimento è alle tribù nomadi musulmane, che, secondo le testimonianze, sono scesi durante la notte dalle montagne su tre villaggi alle porte della città di Jos. Il massacro a colpi di machete Sparando hanno costretto gli abitanti a uscire dalle abitazioni e li hanno massacrati a colpi di machete. Teatro della peggiore carneficina è stato il villaggio di Dogo Nahava a sud di Jos. Il presidente ad interim, Goodluck Jonathan, ha dichiarato di aver "collocato tutte le forze di sicurezza a Plateau e nelle regioni vicine in stato di massima allerta in modo di evitare qualsiasi estensione del conflitto".
La situazione nel Paese è sempre più tesa da quando il 9 febbraio scorso il vicepresidente Goodluck Jonathan è stato nominato presidente provvisorio in vista delle prossime elezioni presidenziali nel primo semestre 2011. Il rientro a sorpresa poi dell’ex presidente Umaru Yar’adua. Musulmano del sud, ha poi accentuato il clima di violenza, dal momento che Jonathan, cristiano, ha dichiarato di non voler lasciare la carica.
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