Comunicato LAv
“E’ tempo che le autorità giapponesi mettano fine alla caccia ai delfini: il premio Oscar assegnato al documentario “The Cove”, realizzato da Louie Psihoyos nella acque di Taiji, in Giappone, dove i pescatori ogni anno uccidono più di 20 mila delfini e balene, è il segnale più evidente che la comunità internazionale disapprova questa caccia e da tempo ne chiede la messa al bando”, dichiara Nadia Masutti, responsabile LAV Animali Esotici, Circhi e Zoo.
La LAV rinnova l’appello all’ambasciatore del Giappone in Italia, Hiroyasu Ando, di farsi portavoce presso il suo Governo di quanto orrore provi la popolazione italiana nei confronti di questa strage, che si ripete ogni anno e che non fa che mettere ulteriormente a rischio questa specie, tra la famiglia dei cetacei, universalmente protetta perché considerata gravemente in via di estinzione. A Louie Psihoyos e a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo complesso documentario, per il quale sono stati usati microfoni e telecamere subacquee camuffati da rocce per cogliere aspetti inediti, va il plauso della LAV. “La questione non riguarda solo il Giappone - sottolinea Nadia Masutti, responsabile LAV Animali Esotici, Circhi e Zoo - è documentato che una parte dei delfini viene prelevata prima dell'uccisione e destinata ai delfinari di tutto il mondo: far cessare ogni tipo di attività aggressiva nei confronti dei delfini a Taiji permetterebbe di non offrire ricambi ai delfinari, evitando la prigionia a vita a queste meravigliose e intelligenti creature che solcano i mari nella loro elegante bellezza.”
Quasi il 65% dei delfini detenuti nei parchi divertimento proviene da catture in mare. Quest'attività è praticata soprattutto in Giappone, dove si cacciano i cetacei sia per soddisfare le richieste dei delfinari, che per scopi alimentari. Senegal, Russia, Isole Solomon e Cuba sono alcuni dei Paesi coinvolti nella cattura e nel traffico, spesso illegale, dei delfini. E’ doveroso e giusto che chiunque desideri vedere da vicino i delfini possa farlo unicamente incrociando le loro rotte e guardandoli nel loro habitat naturale, piuttosto che nelle piccole vasche dei delfinari dove sono costretti a esibirsi come fossero dei clown.
Nessun commento:
Posta un commento