Questa è la lettera che Roberto Anzellotti coordinatore UAAR Pescara ha spedito alla stampa in risposta alla giustificazione del sindaco di Pescara per la CENSURA si loro manifesti.
"OGGETTO: Campagna affissione manifesti UAAR ( Unione Atei Agnostici Razionalisti )
Abbiamo finalmente ricevuto la nota giustificativa del sindaco di Pescara sulla censura preventiva applicata ai nostri manifesti "" CROCEFISSO A SCUOLA? NO,GRAZIE!!"", di cui citeremo ampi stralci.
In questa nota, il Sindaco, ribadisce ciò che già aveva dichiarato alla stampa, cioè che quei manifesti avrebbero offeso il " sentir comune " e addirittura sarebbo contrari al cosidetto " buon costume ".Cito: Ritengo, infatti, che il dettato costituzionale faccia riferimento proprio al comune sentire, ossia ai principi ampiamente condivisi dai cittadini e profondamente radicati nella collettività, quando impone che la libertà di espressione religiosa non sia esplicata con modalità o riti contrari al buon costume. Ci fa ovviamente piacere che il Sindaco Mascia sia un cosi esperto costituzionalista, tanto esperto nella materia complessa e delicata dell'interpretazione costituzionale, da essere in grado di penetrare lo spirito dell' Art. 19 e di trarne cosi chiare e nette conclusioni da indurlo a CENSURARE la nostra libertà d'espressione.
Ma, al di là di questo, vorremmo far notare che lo slogn riportato dai manifesti altro non è che una semplificazione ( inevitabile per uno slogan ) della sentenza della Corte di Strasburgo, la quale sentenza, con un linguaggio più burocratico, più formale e più preciso dichiara esattamente ciò che i nostri manifesti proclamano "" CROCEFISSO A SCUOLA? NO, GRAZIE!! ""; dunque signor Sindaco, lei pensa che anche i giudici di Strasburgo, giudici per i Diritti Umani, siano, ovviamente dopo gli approfondimenti del caso, passibili di denuncia penale, come ha velatamente, ma neanche tanto, lasciato intendere per quanto riguarda l'UAAR?
Anche la sua affermazione che la nostra Associazione diffonda convinzioni di carattere religioso è fuori luogo.Cito: Questo ragionamento trova particolare vigore nel caso in esame in cui una Associazione non intende diffondere una propria convinzione di carattere religioso, bensì...>E' fuori luogo perchè l'UAAR non ha carattere religioso ( può controllare il nostro statuto sul sito www.uaar.it) e dunque i nostri messaggi possono essere messaggi filosofici, politici, sociali, ma non religiosi;in questo caso specifico, poi, la cosa è talmente evidente che ci stupiamo di questo suo fraintendimento: non si è minimamente espresso alcun giudizio sul valore del Crocefisso, sul suo messaggio o sulla religione che rappresenta ( il crocefisso non rappresenta tutta la cristianità signor Sindaco, spero lei conosca la differenza tra Croce e Crocefisso ); noi abbiamo semplicemente, laicamente e costituzionalmente espresso la nostra opinione, rafforzata da una sentenza della Corte per i Diritti Umani, sulla inadeguatezza del luogo dove quel simbolo viene esposto.
Vorremmo sperare che questa sua improvvida decisione, cosi come la visione " preventiva " dei manifesti UAAR, e temo SOLO dei manifesti UAAR, siano il frutto di un'interpretazione errata delle leggi vigenti e non piuttosto di pressioni indebite da parte di entità estranee alla Cosa Pubblica e gelose dei loro privilegi.
Concludiamo ribadendo che ci riserviamo il diritto di ricorrere alle vie legali per ristabilire i nostri diritti involabili."
Roberto Anzellotti Coordinatore Circolo UAAR Pescara
"OGGETTO: Campagna affissione manifesti UAAR ( Unione Atei Agnostici Razionalisti )
Abbiamo finalmente ricevuto la nota giustificativa del sindaco di Pescara sulla censura preventiva applicata ai nostri manifesti "" CROCEFISSO A SCUOLA? NO,GRAZIE!!"", di cui citeremo ampi stralci.
In questa nota, il Sindaco, ribadisce ciò che già aveva dichiarato alla stampa, cioè che quei manifesti avrebbero offeso il " sentir comune " e addirittura sarebbo contrari al cosidetto " buon costume ".Cito: Ritengo, infatti, che il dettato costituzionale faccia riferimento proprio al comune sentire, ossia ai principi ampiamente condivisi dai cittadini e profondamente radicati nella collettività, quando impone che la libertà di espressione religiosa non sia esplicata con modalità o riti contrari al buon costume. Ci fa ovviamente piacere che il Sindaco Mascia sia un cosi esperto costituzionalista, tanto esperto nella materia complessa e delicata dell'interpretazione costituzionale, da essere in grado di penetrare lo spirito dell' Art. 19 e di trarne cosi chiare e nette conclusioni da indurlo a CENSURARE la nostra libertà d'espressione.
Ma, al di là di questo, vorremmo far notare che lo slogn riportato dai manifesti altro non è che una semplificazione ( inevitabile per uno slogan ) della sentenza della Corte di Strasburgo, la quale sentenza, con un linguaggio più burocratico, più formale e più preciso dichiara esattamente ciò che i nostri manifesti proclamano "" CROCEFISSO A SCUOLA? NO, GRAZIE!! ""; dunque signor Sindaco, lei pensa che anche i giudici di Strasburgo, giudici per i Diritti Umani, siano, ovviamente dopo gli approfondimenti del caso, passibili di denuncia penale, come ha velatamente, ma neanche tanto, lasciato intendere per quanto riguarda l'UAAR?
Anche la sua affermazione che la nostra Associazione diffonda convinzioni di carattere religioso è fuori luogo.Cito: Questo ragionamento trova particolare vigore nel caso in esame in cui una Associazione non intende diffondere una propria convinzione di carattere religioso, bensì...>E' fuori luogo perchè l'UAAR non ha carattere religioso ( può controllare il nostro statuto sul sito www.uaar.it) e dunque i nostri messaggi possono essere messaggi filosofici, politici, sociali, ma non religiosi;in questo caso specifico, poi, la cosa è talmente evidente che ci stupiamo di questo suo fraintendimento: non si è minimamente espresso alcun giudizio sul valore del Crocefisso, sul suo messaggio o sulla religione che rappresenta ( il crocefisso non rappresenta tutta la cristianità signor Sindaco, spero lei conosca la differenza tra Croce e Crocefisso ); noi abbiamo semplicemente, laicamente e costituzionalmente espresso la nostra opinione, rafforzata da una sentenza della Corte per i Diritti Umani, sulla inadeguatezza del luogo dove quel simbolo viene esposto.
Vorremmo sperare che questa sua improvvida decisione, cosi come la visione " preventiva " dei manifesti UAAR, e temo SOLO dei manifesti UAAR, siano il frutto di un'interpretazione errata delle leggi vigenti e non piuttosto di pressioni indebite da parte di entità estranee alla Cosa Pubblica e gelose dei loro privilegi.
Concludiamo ribadendo che ci riserviamo il diritto di ricorrere alle vie legali per ristabilire i nostri diritti involabili."
Roberto Anzellotti Coordinatore Circolo UAAR Pescara
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