Venerdì 12 febbraio, ore 18, alla Libreria Feltrinelli (Pescara, Corso Umberto I n. 5)
Interverranno: Maria Rosaria La Morgia, Angelo De Nicola e Vito Moretti Parteciperanno: l'Autrice e l'editore Marco Solfanelli
Scheda del libro:
Una forte vena intimistica, un continuo pensoso ripiegarsi entro di sé, uno scrutarsi attento sono le linee guida della scrittura della Tocci in questo suo ultimo volume di poèmes en prose (una prosa scarna e limpida). Lo animano ancora la tormentosa coscienza dello scorrere e svanire di tutto, dell'irrimediabile trasformarsi di costruzioni e paesaggi, e la sfiducia nel mondo storico costruito dagli uomini.
Unico rifugio, unica consolazione o correttivo a un bilancio così amaro si offrono i sogni e la poesia che li esprime, ovvero lo scrivere. Allo scrivere sono dedicate appunto alcune prose. Si può scrivere la sera quando tutto si sospende per un attimo, quando il silenzio permette di ascoltarsi, di strappare parole all'incuria e alla fretta dei giorni.
Patrizia Tocci è nata nel 1959 a Verrecchie (AQ). Laureata in Filosofia all'Università La Sapienza di Roma, insegna materie letterarie negli istituti secondari superiori. Studiosa di Eugenio Montale e più in generale del Novecento, i suoi articoli e saggi sono stati pubblicati su numerosi periodici e riviste specializzate. È vicepresidente della Associazione Dante Alighieri (sezione di L'Aquila), e presidente dell'Associazione Internazionale di Cultura "Laudomia Bonanni" (sezione "L'Imputata", L'Aquila). Ha esordito con una densa raccolta di prose e poesie, Un paese ci vuole (Japadre, L'Aquila 1990), poi ha pubblicato una silloge poetica, “Pietra serena” (Tabula fati, Chieti 2000).
Ha ottenuto consensi in numerosi concorsi letterari.
Scheda del libro:
Una forte vena intimistica, un continuo pensoso ripiegarsi entro di sé, uno scrutarsi attento sono le linee guida della scrittura della Tocci in questo suo ultimo volume di poèmes en prose (una prosa scarna e limpida). Lo animano ancora la tormentosa coscienza dello scorrere e svanire di tutto, dell'irrimediabile trasformarsi di costruzioni e paesaggi, e la sfiducia nel mondo storico costruito dagli uomini.
Unico rifugio, unica consolazione o correttivo a un bilancio così amaro si offrono i sogni e la poesia che li esprime, ovvero lo scrivere. Allo scrivere sono dedicate appunto alcune prose. Si può scrivere la sera quando tutto si sospende per un attimo, quando il silenzio permette di ascoltarsi, di strappare parole all'incuria e alla fretta dei giorni.
Patrizia Tocci è nata nel 1959 a Verrecchie (AQ). Laureata in Filosofia all'Università La Sapienza di Roma, insegna materie letterarie negli istituti secondari superiori. Studiosa di Eugenio Montale e più in generale del Novecento, i suoi articoli e saggi sono stati pubblicati su numerosi periodici e riviste specializzate. È vicepresidente della Associazione Dante Alighieri (sezione di L'Aquila), e presidente dell'Associazione Internazionale di Cultura "Laudomia Bonanni" (sezione "L'Imputata", L'Aquila). Ha esordito con una densa raccolta di prose e poesie, Un paese ci vuole (Japadre, L'Aquila 1990), poi ha pubblicato una silloge poetica, “Pietra serena” (Tabula fati, Chieti 2000).
Ha ottenuto consensi in numerosi concorsi letterari.
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