

Gli altri relatori, ben riconoscibili nella cornice del palco dello splendido teatro di Atri, sono Beppe Grillo, che aveva prima intuito e poi capito la forza dirompente e la carica di giustizia sociale delle idee di Auriti, Vincenzo Centorame allora direttore della rivista Area (fondata con l’aiuto dell’auritiano Franco Stilo e della quale Accame era una firma di punta) e l’editore poundiano Antonio Pantano, tranne Grillo tutti docenti del Corso sui valori giuridici e monetari.
Beppe Grillo ha poi parlato in quegli anni, in molte occasioni, dei temi della sovranità monetaria nel corso dei suoi spettacoli in occasione dei quali distribuiva anche appunti tratti dalle (quelle si “esplosive”) dispense delle lezioni. Appuntamenti coronati da un grande consenso di pubblico ed ignorati dalla grande informazione. Tutto normale.
La storia, soprattutto finanziaria, di questi ultimi anni ha dato pienamente ragione alle intuizioni ed alle analisi di Giacinto Auriti e alle denunce di Giano Accame che, in più occasioni, aveva avuto modo di proporre, anche in occasione di programmi televisivi importanti, una lettura poundiana ed auritiana in merito al pericolo rappresentato dallo strapotere dell’alta finanza nell’età della globalizzazione.
Quelle lezioni furono occasione di approfondimenti e dibattiti indimenticabili i contenuti dei quali non dovrebbero andare dispersi sull’onda della corsa sfrenata al potere nel segno del peggiore anticonformismo. Auriti ed Accame hanno saputo dimostrare cosa volesse dire avere coraggio e navigare controcorrente.
(Nella foto, Grillo con Auriti e Centorame)
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